Il premier Matteo Renzi è passato a carro armato, travolgendo contrari e indecisi: Sergio Mattarella è il nuovo Presidente della Repubblica, è il Capo dello Stato “Italia”, un Siciliano al Colle della Capitale.
Tutti (o quasi) hanno criticato il “metodo Renzi”, non tutti hanno detto “si” ad una imposizione forte su un candidato che (inizialmente) non era voluto dallo stesso PD: quali argomenti di “persuasione” ha usato il premier per convogliare i voti necessari per eleggere Mattarella alla quarta consultazione, così come era stato annunciato in tempi non sospetti? Gli italiani non lo sapranno mai, così come mai conosceranno cosa realmente avviene dietro le quinte della politica italiana.
Ora passerà tutto in secondo piano, oppure le smagliature si ripresenteranno al primo ostacolo sulle riforme programmate? In tanti si chiedono se questa vittoria di Matteo Renzi sia una vittoria del “suo” partito, visti gli scontri (a volte plateali) che all’interno del PD si sono avuti proprio a ridosso delle stesse elezioni presidenziali. Probabilmente i punti interrogativi si perderanno per strada, ma certamente peserà la circostanza che nella baillamme venutasi a creare, gli italiani – quegli italiani che il Presidente Sergio Mattarella adesso rappresenta – nulla hanno avuto a che farci. E’ il gioco di una politica che la maggior parte dei connazionali rifiuta da tempo, un rifiuto che sembra non toccare i protagonisti che si sono avvicendati sulla scena nazionale negli ultimi tempi.
Come si caratterizzerà la Presidenza Mattarella? Roberto Scafuri sul quotidiano “Il Giornale” traccia così il modo di operare del neo Capo dello Stato: “…lo stile Mattarella si segnala come quello di chi avanza nel silenzio, intuendo sempre le strade migliori per non perdersi”, e sinteticamente ne traccia il profilo “Figlio di Bernardo, già membro della Costituente e pluriministro, ma soprattutto fratello di Piersanti, presidente della Regione Sicilia ucciso dalla mafia il giorno della Befana dell’80, davanti casa in via della Libertà a Palermo, praticamente sotto gli occhi di una domestica e di Sergio. Spiratogli tra le braccia in ospedale, fu la tragedia che cambiò il corso della vita dell’attuale giudice costituzionale. Di tradizione morotea, come padre e fratello, preso sotto l’ala protettiva dal segretario De Mita, che nell’83 lo portò in Parlamento, Mattarella non sarebbe mai sceso in campo: schivo e gelido di carattere, poco incline al sorriso e alla popolarità, si sarebbe volentieri dedicato alla docenza di diritto parlamentare palermitana.”.
Cosa ha indotto Matteo Renzi a puntare tutte le sue carte su Sergio Mattarella? Forse le vere ragioni di questa scelta non saranno mai rese note, o forse le ragioni sono più semplici di quanto si possa immaginare: scompaginare tutto. Come dire, “cambiamo tutto per lasciare le cose come stavano”. Di scompensi la vittoria di Renzi certamente ne porterà e i malumori già vengono a galla. In disaccordo con la svolta presa, il capogruppo di Area popolare a Palazzo Madama, Maurizio Sacconi, sarebbe pronto a presentare le dimissioni da presidente dei senatori di Ncd dopo l’ok a Mattarella. L’ex ministro, infatti, era stato fra i più convinti a non cedere al candidato presentato dal Pd. Anche altri potranno essere sulla stessa scia moderati: Barbara Saltamartini (che si dimetterà da portavoce di Ncd), Gabriele Albertini, Antonio Azzolini, Carlo Giovanardi e il viceministro Enrico Costa, che avevano apertamente espresso il loro dissenso.
Da oggi, dunque, l’Italia ha il suo dodicesimo Presidente, e da oggi è un altro giorno per il Paese.